Eccomi di nuovo qui a scrivere di un'epoca passata. Ormai questa storia dei viaggi nel tempo mi ha entusiasmato e voglio continuare a scrivere di storia, di costume, di come noi donne ci vedevamo allo specchio nel passato e di come lo facciamo nel presente.
Questa volta ho scelto gli anni 60 perché sono stati un periodo di rivoluzione culturale e sociale e hanno rappresentato un cambiamento ancora più radicale degli anni del Dopoguerra per quanto riguarda moda e makeup, probabilmente il cambiamento più radicale di tutto il XX secolo. Il fermento è palpabile e rivoluzionario, veloce, giovane (ci ricorda qualcosa?) diventano i termini più rappresentativi dell'epoca. Le finiture sartoriali di alta moda, i tessuti eleganti e che devono durare cominciano a odorare di passato: nasce il pret à porter. Le nuove generazioni vogliono colore, vestiti comodi e irriverenti, come la minigonna, creazione di Mary Quaint e André Courrèges (non invischiamoci nella diatriba su chi l'abbia ideata per primo).
Si disegnano capi con tagli geometrici e accostamenti di stoffe e colore che creano tridimensionalità: l'arte e la moda si fondono.
Yves Saint Laurent, che approda in questi anni al mondo della moda, ridisegna capi tipicamente maschili per il pubblico femminile come il trench o il tailler pantalone.
Ma veniamo al makeup. Fino a questo momento il punto di forza del trucco sono state le labbra, sempre ben delineate e intensamente rosse. Negli anni 60 invece vengono truccate con colori naturali, pastello, non vengono delineate, anzi spesso i contorni della mucosa vengono sfumati nella pelle intorno alle labbra. Gli occhi rivendicano un ruolo di primo piano: si affermano grandi linee di eyeliner che sottolineano non solo la rima cigliare ma anche la piega palpebrale. L'eyeliner non è più portato verso l'alto come si vede nelle pin-up e nelle dive anni 50 ma tende a rimanere orizzontale o addirittura prende la direzione opposta, verso il basso. Si afferma la moda alla Cleopatra: esce per Revlon Sphinx eye e Sphinx Pink con smalto e rossetto coordinati (modella: Suzy Parker).
Altra moda tipica del periodo è quella dell'occhio tondo e innocente alla Twiggy (all'anagrafe Leslie Hornby diventata famosa perché la stilista Mary Quaint la scelse per il lancio della minigonna).
Sempre riguardo al trucco degli occhi è celebre la copertina di Vogue del 1964 "Festive Eyes" del make-up artist Pablo Manzoni, al''epoca direttore creativo della Elizabeth Arden (modella Benedetta Barzini).
Fino a questo momento fondotinta e cipria sono stati i prodotti imprescindibili per creare l'incarnato perfetto della diva. Negli anni 60 invece cominciano ad essere ritenuti troppo pesanti e l'incarnato diventa più naturale. Seguendo questa esigenza di naturalezza, anche le sopracciglia vengono truccate di meno: sono lasciate più folte che in passato e non vengono assolutamente ridisegnate, mentre la forma è quella tipica ad ali di gabbiano, a volte leggermente arrotondata.
Il cambiamento nella società porta anche a un cambiamento nelle icone a cui si fa riferimento: le dive del cinema lasciano il posto alle modelle e alle rock star. In effetti ricercando un po' qua e là fra la biografia delle modelle dell'epoca sembra quasi di leggere la biografia di rockstar moderne. Oltre alle già citate Twiggy e Suzy Parker, ecco qualche foto d'epoca di Peggy Moffit (musa ispiratrice dello stilista Rudi Gernreich)
Jean Shrimpton
e Cathee Dahmen.
E per finire un'immagine cinematografica: la copertina del dvd di "Indovina chi viene a cena" (1967):
Perché? Perché penso che rappresenti bene lo spirito di cambiamento rivoluzionario di questa epoca!
Alla prossima!!
Tutte le immagini sono state prese dal web, in caso fossero coperte da copyright contattatemi e provvederò ad eliminarle o sostituirle.
adoro questi post ...troppo belli e interessanti
RispondiEliminabrava come sempre
baci
Grazie Giorgia. Ci lavoro un bel po' come sai!
Eliminaahhh i favolosi anni '60!
RispondiEliminaahahah! ma se noi nemmeno c'eravamo! ;-)
EliminaIo no c'ero, tu sì!!! Ehm...no? :))))
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